Quantcast
Channel: BTS of My Soul
Viewing all 109 articles
Browse latest View live

#MotivationalMonday w/ Selena's concept of beauty

$
0
0



#MotivanionalMonday rubrica di BTS of my Soul a cadenza settimanale dove, ogni lunedì, verrano postate frasi motivazionali e di ispirazione, accompagnate da un consiglio letterario o cinematografico il più possibile inerente al contesto.


What makes you different is what makes you beautiful.
- Selena Gomez



È con le parole di Selena Gomez che voglio farvi iniziare questa giornata; con una frase che personalmente adoro e cerco sempre di ricordare, soprattutto quando mi accorgo che c'è chi vuole ferirmi, usando proprio ciò che mi rende diversa.

Abbiamo già parlato di quanto sia importante ogni lato di noi, di come ogni nostra caratteristica ci renda unici e speciali, ma oggi vorrei ricordare quanta bellezza risiede dentro e fuori ognuno di voi.
Mi rendo conto che forse leggere una frase del genere e pensare all'aspetto di chi l'ha detta potrebbe farvi pensare "facile per lei, è bellissima!", ma dubito che lei non abbia insicurezze e caratteristiche in grado di farla sentire diversa dagli altri.

Provate a pensare al vostro carattere, alle vostre abitudini, a tutte quelle cose che fate abitualmente e che difficilmente riscontrate in altri; ora provate a pensare cosa sareste senza, cosa rimarrebbe di voi in assenza di quelle piccole, ma indispensabili, parti del vostro essere che vi rendono ciò che siete... vorreste davvero vivere così? Privi della vostra essenza, per essere conformi a ciò che è lo standard comune?
NO.No, deve assolutamente essere la risposta.

Vorrei potervi dire di essere brava in tutto ciò, ma la verità è che anche io - brava a predicare, pessima a razzolare xD - ci casco sempre e, con infallibile cadenza, desidero essere diversa da quella che sono, ma uguale agli altri.
Non trovate assurdo questo concetto: voler essere uguale agli altri e diversi da se stessi?
Quando ci innamoriamo, quando stringiamo amicizia, quando troviamo interessanti altre persone, non sono proprio le loro peculiarità a far scattare la curiosità e voler approfondire la conoscenza?
Sarebbe impensabile voler conoscere persone identiche l'un l'altra... impensabile, impossibile e inaccettabile.

Ora vorrei vi concentraste sulle persone a cui tenete di più: pensate a ciò che le differenzia, ciò che le rende uniche, ciò che vi ha colpito di loro... cambiereste quei loro lati? O sono proprio loro il motivo che vi ha spinti a farle entrare nella vostra vita?
Credetemi, vale lo stesso per voi! Non avete idea di quanti essere umani vi trovino interessanti per ogni singola cosa che vi differenzia dal resto del mondo.

Perciò, sempre citando la splendida Selena Gomez: be yourself, everyone else is taken.



MONTE CARLO

Regia: Tom Bezucha
Sceneggiatura: Thomas Bezucha, April Blair, Maria Maggenti
Produttore: Nicole Kidman, Denise Di Novi, Alison Greenspan, Arnon Milchan
Produttore esecutivo: Stan Wlodkowski, Per Saari, Forest Whitaker, Deborah Schindler
Casa di produzione: Fox 2000 Pictures, Regency Enterprises, Di Novi Pictures
Paese: USA, Ungheria
Anno: 2011
Genere: Commedia
Durata: 109 min

TRAMA:
Grace ha diciotto anni ed è a un passo dal diploma scolastico. Dopo aver messo da parte dei soldi lavorando come cameriera in un diner, non vede l'ora di partire per una vacanza estiva a Parigi, finché i genitori non le rivelano di aver acquistato un biglietto anche per Emma, la migliore amica di Grace, e per la sorellastra Meg. Fra Grace e Meg non c'è un buon rapporto, ma ancor meno fra Meg ed Emma, che hanno frequentato il liceo assieme, prima che Emma abbandonasse la scuola per fare la modella. A Parigi, Grace, Emma e Meg si ritrovano schiave di un folle tour organizzato che prevede visite fugaci e soggiorni in infimi alberghi. Dopo essersi fermate troppo a lungo ad ammirare il panorama dalla cima della Tour Eiffel, le tre perdono il pullman della comitiva e rimangono a piedi. Per ripararsi dalla pioggia, si rifugiano in un hotel di lusso, dove Grace viene scambiata da portieri e paparazzi per la famigerata ereditiera inglese Cordelia Winthrop-Scott. Per le tre amiche è l'inizio di un'altra vacanza.




Sì, sono un po' grandina per questo genere di storie e lo ero anche a suo tempo, quando uscì al cinema; ma onestamente non riesco a resistere alle favole, condite con un po' di romanticismo e sogni quanto basta. ;)

Buona settimana, mie splendide anime. 
Con amore,
Jennifer

Did you know... what's an EGOT and who's close enough to be one of them?

$
0
0

Avete presente quando, dopo aver parlato con degli amici o colleghi, vi rendete conto di quanto sia stato fondamentale aver trattato un determinato argomento proprio in quel preciso istante?
Bene, tutto ciò mi è capitato qualche settimana fa a lavoro quando, parlando di Grammy e Oscar con le mie colleghe, ho scoperto l'esistenza del termine EGOT.

EGOTè l'acronimo utilizzato per individuare le persone che, nel corso della loro carriera, hanno vinto almeno:

  • un Emmy, Emmy Awards, il più importante premio televisivo a livello internazionale;
  • un Grammy, Grammy Awards, uno dei premi più importanti negli Stati Uniti, per i risultati conseguiti nel settore della musica;
  • un Oscar, Academy Awards, è il premio cinematografico più importante e antico al mondo;
  • un Tony Awards, Antoinette Perry Awards, è un premio annuale che celebra i conseguimenti raggiunti nei teatri statunitensi, includendo i musical.
Tutto questo è a dir poco pazzesco, non trovate?
Appena svelato il significato di questo acronimo mi è stato impossibile resistere: dovevo assolutamente sapere i nomi delle persone così ricche di talento. Insomma, di attori o registi bravi ce ne sono tanti, lo stesso vale per i cantanti, ma quante volte capita di trovare artisti completi al punto da poter vantare premi in ambito cinematografico, televisivo, musicale e teatrale?

Tra i nomi noti ho trovato: Audrey Hepburn, Mel Brooks, Whoopi Goldberg, Barbra Streisand, Liza Minnelli... le ultime due in una classifica di vincitori per premi non competitivi o speciali.

E non è finita qui! Sapete chi è l'artista degli ultimi tempi ad essere a pochissimi passi dal diventare un EGOT?


*** RULLO DI TAMBURI ***


Con un Emmy Award, sei Grammy Award, un candidatura agli Academy Award...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...

Lady Gaga




Onestamente ho tifato per lei fino all'ultimo, ma il bravissimo Sam Smith con la sua Writing's On The Wall (dal film Spectre) ha tolto dalle mani della Gaga la possibilità di arrivare ad un passo dall'essere EGOT.

In ogni caso, vincere anche solo uno di questi premi, ma pure la candidatura stessa, credo sia incredibile e prova del talento di ogni artista. Quindi, complimenti a tutti, per essere sempre pronti a regalarci incredibili emozioni attraverso le loro doti.

Roller Coaster Summary - February 2016

$
0
0



Roller Coaster Summary è rubrica di BTS of my Soul a cadenza mensile, che ha l'intento di riportare i blogger sulla giostra di emozioni provate nel mese precedente grazie ai libri e film.

  1. Favorite  book cover/poster? Copertina/locandina preferita?
  2. Favorite character? Personaggio preferito?
  3. Favorite phrase/dialog? Frase/dialogo preferito?
  4. Worst book/film? Peggior libro/film?
  5. Summarize your month with a pic/gif. Riassumi il tuo mese con un'immagine/gif.







Il bello della rubrica Roller Coaster Summaryè che la possono utilizzare sia gli amanti dei libri che quelli del cinema, oppure chi come me ama entrambi. :)
Se volete farne uso anche voi potete farlo tranquillamente, ricordandovi solo di citare il mio blog. ❤


FAVORITE POSTER



La locandina di The Hateful Eight, con un bel b&w e il titolo in rosso, che richiama la vena sanguinolenta presente nel corso del film, credo sia perfetta come presentazione della pellicola e, tra tutte quelle viste nel mese precedente, è sicuramente la mia preferita. Per quanto riguarda i libri è stato un mese molto sfortunato... :'(



FAVORITE CHARACTER





Steve Jobs, dall'omonimo film, interpretato da un più che splendido Michael Fassbender. Mi ha colpito molto la storia di questo personaggio: vedere le difficoltà nell'affrontare i rapporti personali, celate dietro il genio che ha regalato una nuova concezione di telefoni e computer al mondo contemporaneo.








FAVORITE PHRASE/DIALOG





1Q84 - Haruki Murakami

Quando si nutrono speranze, il cuore se ne va per la sua strada. E quando le speranze vengono tradite, si cade nella disperazione, e la disperazione genera impotenza. Lo spirito comincia a incrinarsi, e si abbassa la guardia.







WORST BOOK/FILM



Come ho detto prima, Febbraio non è stato un buon mese per quanto riguarda i libri, ma sicuramente tra i peggiori devo mettere la serie di Abbi Glines che mi ha portata letteralmente all'esasperazione. Ovviamente è solo un mio parere personale, ho visto in giro pensieri positivi sulla storia e sono felice per chi ha potuto apprezzare le vicende dei due protagonisti; purtroppo però ho trovato la storia piuttosto banale e scontata, con dialoghi irritanti, che delle volte mi lasciavano allibita perché privi di connessione, e con due protagonisti improbabili e incoerenti. Insomma, se non fosse stato per il Kobo, che ha sapientemente pensato di regalarmi il primo, dubito avrei mai letto la serie.
The Danish Girl, un film sul quale puntavo molto, mi ha delusa forse proprio per colpa delle mie aspettative. Ho trovato l'andatura della trama lenta e poco coinvolgente e, tranne Alicia Vikander, le interpretazioni non mi hanno trasmesso molte emozioni, compreso Eddie Radmayne, dal quale mi aspettavo molto di più...



SUMMARIZE YOUR MONTH W/ A GIF




Come molte persone che mi conoscono ben sanno, Gennaio e Febbraio sono per me i mesi di preparazione agli Oscar... passo intere settimane a pianificare i miei weekend in base alle uscite cinematografiche, districandomi tra impegni personali e lavoro. Questa gif è il momento finale: quando realizzo che sono arrivata alla fine del mese, alla notte degli Oscar, e devo quindi pubblicare i miei pronostici.


Spero questo riassunto del mese di Febbraio sia stato di vostro gradimento.
Che mi dite voi? Quali sono le vostre scelte?
Aspetto con ansia i vostri commenti!

Ritratto di Signora - Marzo 2016

$
0
0



Ritratto di Signoraè rubrica a cadenza mensile in collaborazione con Monica, Miki, Federica, Daniela e Francesca. Parleremo ogni primo Lunedì del mese di questo meraviglioso universo femminile, raccontando storie di donne straordinarie che ci ispirano e ricordano di essere sempre forti e coraggiose.



Bentornati ad un nuovo appuntamento della rubrica Ritratto di Signora.
Questa volta è Daniela - Un libro per amico - a raccontarci la storia di Mary Anning, un'interessantissima storia di una donna che si è fatta conoscere, provenendo da una più che umile famiglia.

Vi lascio al suo bellissimo racconto. ❤







Per il Ritratto di Signora di oggi ho deciso di prendere spunto da un libro che ho letto recentemente - Strane creature di Tracy Chevalier recensione qui - e che mi ha portato a conoscenza di una donna che ha cambiato la storia e che io fino a quel momento ignoravo: Mary Anning (1799-1847) nata e vissuta a Lyme Regis, all’incrocio fra le scogliere del Dorset e del Devon, in una famiglia tutt'altro che benestante. Il padre, falegname di professione, abbinava al suo lavoro quello del cercatore di fossili sulle spiagge locali - ricche di fossili del periodo Giurassico - con lo scopo di rivenderli ai turisti; Lyme Regis agli inizi del 1800 era infatti diventata meta turistica ambita per le famiglie nobili e benestanti della città di Londra.

Mary apprese prestissimo dal padre l'arte della ricerca dei fossili fino a farlo diventare un lavoro, soprattutto dopo la morte di quest'ultimo. Era scavando sulle spiagge di Lyme, in inverno, alla base delle instabili scogliere, in solitudine, rischiando spesso la vita che Mary contribuiva al sostentamento della famiglia.

Scheletro di Ittiosauro

Nel 1811 (altre fonti riportano 1809 e 1810) Joseph Anning, fratello maggiore di Mary, trova il teschio lungo più di un metro di un ittiosauro. Mary pochi mesi dopo - aveva solo 12 anni - riesce ad individuare il resto del corpo. Capace di raffigurarsi la sagoma di un animale – vissuto milioni di anni prima e che non somiglia a quelli che può vedere attorno a sé – in frammenti di ossa, accurata nel ricomporli, sei anni dopo ne ricostruisce lo scheletro intero e l’esploratore tedesco Ludwig Deichart la soprannomina «la principessa della paleontologia». Inizialmente l'esemplare viene identificato come coccodrillo ed acquistato da Henry Hoste Henley, Lord del luogo che lo compra da Mary per 23 pounds, e che lo rivende a sua volta a William Bullock, collezionista di curiosità naturalistiche. Ma è Charles Konig, un naturalista che lavora presso il British Museum a dargli il nome e una sistemazione definitiva presso il museo. Negli anni Mary ne scoprirà poi diversi altri, più o meno completi.

La sua reputazione cresce, il reddito no, fino a quando il colonnello Thomas James Birch mette invece all’asta fra i conoscitori europei i fossili che aveva acquisito dalla famiglia Anning e consegna a lei i proventi: 400 sterline.

Scheletro di Plesiosauro

Nel 1820 Mary trova il primo scheletro incompleto di plesiosauro, seguito due anni dopo da uno completo.

Per il numero assolutamente inconsueto di vertebre del collo (35), mai osservate fino a quel momento in nessun organismo vivente, inizialmente la scoperta genera i sospetti del naturalista ed anatomista francese Georges Cuvier, considerato a quel tempo autorità assoluta nel suo campo. Una tale accusa di falsificazione, anche non provata, avrebbe potuto mettere in grande imbarazzo Mary ed il suo commercio, togliendo credibilità ai suoi ritrovamenti. Grazie al secondo esemplare completo e all'appoggio della Geological Society, i dubbi cadono e Cuvier ritira le sue perplessità.

Da quel momento Mary annota e critica articoli scientifici che si fa mandare dai visitatori, impara l’anatomia sezionando pesci e seppie per meglio visualizzare, per similitudine, la forma di specie estinte. A 27 anni, con i risparmi compra una casa e al pianterreno apre l’Anning’s Fossil Depot, assistita da una signorina di buona famiglia, Elizabeth Philpot - altra protagonista del libro della Chevalier - che ne diventa l’amica e la collaboratrice. Il deposito è presto frequentato da celebrità come re Federico Augusto II di Sassonia o i “fossilisti” del museo di storia naturale di Londra e di quello di New York.

Scheletro di Pterosauro

Nel 1828 è la volta del primo fossile di rettile volante mai trovato in Inghilterra, anche se incompleto, uno pterosauro; scoprì inoltre varie nuove specie di fossili di pesci, tra cui la prima Squaloraja, nel dicembre del 1829. Mary Anning ne ricava 210 sterline e dovrebbe finalmente vivere con un po’ di agio. Ma nel 1835 perde tutti i risparmi in un investimento sbagliato. Attraverso la nuova British Society for the Advancement of Science, Buckland le fa avere una pensione dal governo, per “contributi eccezionali alla scienza”.

Inutile specificare che essendo nata donna, alla fine del 1700, da una famiglia di bassissima estrazione sociale, Mary ebbe pochissimi, se non quasi nulli, riconoscimenti della sua opera in vita, nonostante durante le sue ricerche fosse venuta in contatto con importanti personaggi del campo scientifico che spesso la contattavano per chiederle pareri o per acquistare da lei pezzi dei suoi ritrovamenti. Nessuno di loro fece comunque mai un cenno a Mary nominandola apertamente nelle loro relazioni scientifiche. Non è ammessa nemmeno in visita alla Geological Society di Londra anche se i membri ne usano le opinioni e le scoperte (tra cui il fatto che certi sassi friabili erano in realtà coproliti, feci fossilizzate) per iscrivere la storia della vita e della morte delle specie nel «tempo profondo» delle ere geologiche, e approdare con Charles Darwin alla teoria dell’evoluzione.

Fossile di Squalorajia

La ragazza rischiò più volte la vita durante le sue ricerche ma il richiamo dei "ninnoli", come li chiamava lei, era più forte di qualsiasi altra cosa e la sua capacità di scovarli era impressionante.

Nel libro della Chevalier viene dato molto risalto a questa parte della storia e l'autrice riesce a raccontare in modo molto vivido sia le fasi di ricerca/ritrovamento che quella di pulizia/preparazione dei pezzi. Altro punto importante è l'amicizia e collaborazione di Mary con Elizabeth Philpot. Fu proprio un parente di quest'ultima - Thomas Philpot - a commissionare la costruzione del Lyme Regis Museum, costruito nel 1901 in una delle più antiche parti della città, un tempo affollata di case.

Mary muore a 47 anni, di cancro al seno. De la Bèche, presidente della Geological Society, ne pronuncia l’elogio funebre davanti all’assemblea, come se lei ne avesse fatto parte. Anni dopo, Charles Dickens racconterà sulla rivista letteraria All the Year Round la vita della «figlia del carpentiere che si guadagnò un nome tutto per sé e se lo meritava.»

Peccato che la donna, nella sua pur così importante vita, non abbia mai avuto in vita i riconoscimenti che si sarebbe meritata.

Bibliografia:
Charles Dickens - All theYear Round
http://www.ucmp.berkeley.edu/history/anning.html https://it.wikipedia.org/wiki/Mary_Anning http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/mary-anning/ enciclopedia delle donne http://www.lymeregismuseum.co.uk/about-us/about-the-museum 

FBI - March 2016 w/ A Very Special News

$
0
0



Federal Blogger Investigators rubrica di BTS of my Soul a cadenza mensile, inerente a una delle diramazioni più importanti dell'F.B.I.: i Blogger Investigators. ;) Ogni secondo venerdì del mese verrà inserito un post con degli indizi che portano a un libro/film o serie tv specifico/a... chi vorrà partecipare dovrà cercare di indovinare. L'ultimo venerdì del mese verrà annunciato il vincitore che si approprierà della targhetta/certificato che attesta in modo ufficiale il blogger come vero Agente.


Regolamento - ATTENZIONE, c'è una novità importante:


  • la partecipazione è aperta a tutti i blogger lettori fissi di questo blog;
  • se possibile, pubblicizzare l'iniziativa sui social network - esempio: Google+, Pagina Facebook, Twitter.. etc.;
  • è consentito porre domande - la commissione deciderà se sarà o meno opportuno rispondere;
  • è consentito dare un massimo di tre risposte - da inviare tramite email all'indirizzo jennifermarando88@gmail.com;
  • come impostare la mail per facilitarne la lettura nella mia posta in arrivo, nell'oggetto inserite il titolo del post - "FBI - #mese e anno corrente", il link al vostro blog e le risposte;
  • è possibile partecipare fino al giovedì prima dell'ultimo venerdì del mese - ovvero quando verrà annunciato il vincitore;
  • alla fine dell'anno - quindi a partire da Dicembre 2016 - il blogger che avrà vinto più volte di tutti l'attestato vincerà il premio di "Miglior Agente" e riceverà un buono regalo di 10,00 € su Amazon o Kobo - il vincitore mi indicherà la preferenza privatamente.

Siete pronti? Vi siete allenati duramente come se foste a Quantico? Mi raccomando, vengono reclutati solo i migliori agenti. :)



Ecco gli indizi del libro che dovrete indovinare:

  1. È un romanzo di fantascienza;
  2. Il protagonista tocca spesso un amuleto;
  3. Nel racconto si troveranno personaggi realmente esistiti e personaggi inventati.
Ammetto che questa volta mi sono impegnata particolarmente, pertanto, presa da attimi di incredibile bontà, cercherò di essere meno severa nel rispondere alle vostre domane!

Attendo con ansia le vostre risposte... :)

Buona fortuna a tutti,
Jennifer

#MotivationalMonday w/ Game Of Thrones writer's strength idea

$
0
0



#MotivanionalMonday rubrica di BTS of my Soul a cadenza settimanale dove, ogni lunedì, verrano postate frasi motivazionali e di ispirazione, accompagnate da un consiglio letterario o cinematografico il più possibile inerente al contesto.


Never forget what you are, for surely the world will not. Make it your strength. Then it can never be your weakness. Armour yourself in it, and it will never be used to hurt you.
- George R. R. Martin


Quanti di voi guardano Il Trono di Spade? Io sì, grazie ad una collega che dopo mesi di minacce e insulti mi ha convinta ad iniziarlo.

Al di là della serie tv, dei libri e del gusto personale di ciascuno di noi, oggi vorrei focalizzarmi sulla frase: mai dimenticare chi sei, perché di certo il mondo non lo dimenticherà. Trasforma chi sei nella tua forza, così non potrà mai essere la tua debolezza. Fanne un'armatura, e non potrà mai essere usata contro di te.

L'ho trovata per caso, durante una delle mie ricerche per i contenuti del blog, e dopo averla letta ho pensato a voi, a me, a noi.
Quello che vorrei trasmettervi attraverso questa frase è che non dovete mai fare della vostra essenza una debolezza. Tutto ciò che vi rappresenta, fisicamente e caratterialmente, le vostre abitudini, le vostre passione, i gusti, ogni singola cellula di voi è e deve essere il vostro punto di forza.
Siete così per delle ragioni, per tutto ciò che avete passato, per ogni persona incontrata, per come siete cresciuti e come vi hanno educato le vostre famiglie; siete il frutto della vostra intera esistenza e questo dovrebbe rendervi fieri e orgogliosi di voi stessi.

Finché il vostro essere sarà il vostro punto di forza, sarà difficile per chi non vi ama scovare le vostre debolezze e usarle contro di voi. Quindi non fatevi questo torto, non smettete mai di volervi bene per ciò che siete e non lasciate, alla sponda superficiale e crudele di questa società, la libertà di ferirvi.

Ricordate sempre che alla fine della giornata andiamo tutti a dormire con i nostri mostri, con le nostre paure e insicurezze, nessuno escluso. Dobbiamo solo imparare che, così come ogni individuo combatte le proprie battaglie, anche noi abbiamo le nostre e dobbiamo mettercela tutta per raggiungere i nostri obiettivi... il più importante di tutti? Vivere felici.

Non dimenticate mai che magari siete proprio voi ciò che manca in questo mondo per dare una svolta positiva, non sottovalutate mai la vostra forza.



GAME OF THRONES

Ideatore: David Benioff D.B. Weiss
Produttore: Mark Huffam (st. 1) Frank Doelger (st. 1) Bernadette Caulfield (st. 2) Chris Newman (st. 3+) Greg Spence (st. 3+) Lisa McAtackney (st. 5+) Bryan Cogman (st. 5+)
Produttore esecutivo: David Benioff D. B. Weiss Carolyn Strauss (st. 2+) Frank Doelger (st. 2+) Bernadette Caulfield (st. 3+)
Casa di produzione: Bighead, Littlehead. Management 360 Television Grok! Television Generator Entertainment Startling Television HBO
Rete televisa USA: HBO
Rete televisiva Italia: Sky Atlantic
Genere: avventura, fantastico, drammatico



TRAMA (SEASON ONE):
Eddard Stark, lord di Grande Inverno, viene incaricato dal suo re e amico Robert Baratheon di recarsi ad Approdo del Re per ricoprire la carica di Primo Cavaliere del Re. La guerra fra i Sette Regni è però alle porte, a causa degli intrighi e delle mire al Trono di Spade dei membri della nobile Casa Lannister. Jon Snow, figlio illegittimo di Eddard Stark, si arruola invece nei Guardiani della notte e si reca sulla Barriera, enorme muro di ghiaccio che separa il mondo degli uomini dalle ostili terre dell'Eterno Inverno, da cui sta arrivando una minaccia terribile. Nel frattempo, Daenerys Targaryen e il suo crudele fratello Viserys, ultimi superstiti della nobile Casa Targaryen regnante prima della rivolta dei Baratheon, cercano di ricostruire l'antico potere nelle selvagge terre al di là del mare.


A voi piace? Lo seguite?
Che mi dite invece della frase? :)

Vi abbraccio tutti,
Jennifer

Imagine All The People w/ Tate Collins

$
0
0



Imagine All The Peopleè una rubrica di BTS of my Soul dove mensilmente racconterò la mia percezione riguardo un personaggio scelto all'interno del meraviglioso mondo dei libri.


Benvenuti nella mia nuovissima rubrica mensile e con un nome di tutto rispetto! :)
In questa rubrica, come accennato nella presentazione, ogni mese parlerò di un personaggio scelto tra i libri che ho letto e ne parlerò secondo quelle che sono state le mie percezioni ed emozioni.

Il personaggio di questo mese è Tate Collins dal libro Ugly Love - L'incastro (im)perfetto.

  • PRESENTAZIONE: Tate Collins è una brava ragazza, di sani principi, dedita al lavoro e di buon cuore. Nel corso della storia dimostra interesse nel prossimo e volontà di aiutare gli altri. Una ragazza forte, seppur con le sue debolezze, che "non ha paura" di lasciarsi andare in una storia alquanto pericolosa e che devierà quelli che erano i suoi progetti iniziali per il futuro;

  • INTERPRETE: Nel libro viene descritta come una ragazza mora e durante la lettura ha iniziato a prendere forma l'idea di una bella ragazza, con un bel fisico, degli occhi magnetici, un bel sorriso... dopo un po'è stato inevitabile pensare alla bellissima Nina Dobrev;


  • CANZONI ABBINATE A DEI MOMENTI IMPORTANTI:

    - Revolution(feat. Fausti & Imanons and Kai), Absence Remix, Diplo, Faustix, Kai, ImanoS quando, per entrare nell'appartamento del fratello, Tate incontra Miles seduto per terra completamente ubriaco ed estremamente vulnerabile;


    - High For This, The Weeknd quando entrambi perdono il controllo (vari momenti xD);


    - The Scientist, Coldplay quando Miles le fa capire che per lui è solo ed esclusivamente sesso, non c'è e non ci sarà nulla di più;



Tate Collins:


“Every time I'm with him, he fills my heart up more and more, and the more it's filled with pieces of him, the more painful it'll be when he rips it out of my chest as though it never belonged there in the first place.”

Good Vibes - 6 Ways To Get Over A Hard Time

$
0
0



#GoodVibes rubrica di BTS of my Soul a cadenza mensile. Lo scopo di questa rubrica è suscitare nei lettori sensazioni positive, cercare di essere d’ispirazione attraverso post che tratteranno argomenti in grado di spronare i lettori.


Avete presente quelle giornate no, capaci di prolungarsi in settimane? Quei periodi dove ogni cosa vi fa innervosire, dove non sopportate più le persone che vi circondano e vorreste solo dire: Vaffan***o, adesso me ne vado e non voglio avere a che fare più con niente e nessuno"?!



Ecco, in quei momenti servono dei diversivi in grado di non farvi implodere, o esplodere, buoni abbastanza da farvi anche tornare a sorridere.


A tal proposito, ho deciso di stilare una lista delle 6 cose da fare per stare meglio durante un brutto periodo:
  1. Mangiare schifezze: da prendere come eccezione, non regola, ovviamente. Se in quei giorni neri come il carbone, quando la pesantezza dei muri ci schiaccia a terra senza lasciare la possibilità di respirare... be', nessuno potrà dire "non mangiare quel pezzo di cioccolato". Siamo esseri umani e le schifezze sono nate proprio per aiutarci nel momento del bisogno. ;)
  2. Fare una passeggiata e stare in mezzo alla natura: l'aria aperta, un po' di tempo speso in mezzo alla verde e se possibile agli animali, camminare lungo viali costellati di alberi, sedersi su una panchina e guardare l'acqua corrente di un lago - anche se artificiale -, ascoltare il rumore delle foglie scosse dal vento... non c'è niente di meglio che un reset totale da tutto ciò che ci circonda nel nostro quotidiano e riconnetterci a ciò che madre natura ci regala ogni giorno, senza che noi ce ne accorgiamo;
  3. Uscire con amici: quanto è bello uscire con gli amici? Quegli amici in grado di farti ridere fino alle lacrime, che capiscono subito il tuo stato d'animo e di cosa hai bisogno per star meglio. Amici che non hanno necessità di spiegazioni, ti guardano in faccia e con un solo sguardo ti hanno già scaldato il cuore. Gli amici sono tra le più belle meraviglie della vita... sono dei salvavita e senza di loro la nostra esistenza sarebbe messa davanti a continui rischi. Quindi, fatevi del bene e state in compagnia di quelle persone che sanno cosa è meglio per voi, che vi fanno dimenticare ogni male, dicendo anche le peggiori scemenze. Dopo una serata passata in compagnia di persone così preziose, tornerete a casa pensando che tutto sommato la vostra vita non è poi così male;
  4. Fare sport: c'è chi ama correre, chi dimostrare la propria forza con i pesi, chi sfogarsi dando pugni e calci ad un sacco... non importa come e cosa, l'importante è farlo! Datevi degli obiettivi, iniziate e a piccoli passi spingete il vostro corpo a fare sempre di più. La sensazione di benessere che avrete dopo l'allenamento vi farà venir voglia di rifarlo;
  5. Aiutare il prossimo: che sia pura beneficienza o un amico in difficoltà che ha bisogno di voi, ciò che conta è concentrarsi sui problemi di qualcun altro. Problemi ne abbiamo tutti, chi più chi meno, chi più e chi meno gravi, ma non tutti sono capaci a chiedere aiuto anche se ne hanno estremo bisogno... quindi, non abbiate timore nel farvi avanti di vostra iniziativa. Credetemi, sarà impagabile quel momento di gioia incontenibile che proverete quando la persona che avrete aiutato vi sorriderà, ringraziandovi per quello che avete fatto per lei. Vi sorprenderà quanto vi farà bene aiutare il prossimo;
  6. Trovare tempo per se stessi: mille impegni, mille persone a cui rendere conto, figli, genitori, colleghi, amici, mariti, mogli, fidanzato o fidanzata... ma abbiamo mai un momento libero da dedicare solo ed esclusivamente a noi stessi? Sembra stupido, invece è importantissimo e tutti dovrebbero imparare a non darsi per scontanti, altrimenti la propria anima trascurata non farà altro che rispondere con sintomi come stress e tristezza. Anche se complicato, cercate di trovare un modo per avere tempo da dedicare solo a voi: che sia una piega, una manicure, un massaggio, guardare un film, una partita di calcio, leggere un buon libro, sbirciare i blog che più amate, scrivere o qualsiasi cosa abbiate voglia di fare... l'importante è che almeno una volta al mese, se possibile di più, riusciate a regalarvi dei momenti per voi stessi.

Bene, come vi sembrano i miei piccoli consigli per superare un brutto periodo? Quali sono i vostri espedienti in questi casi?
Attendo con ansia i vostri commenti!


#MotivationalMonday w/ Nelson Mandela

$
0
0



#MotivanionalMonday rubrica di BTS of my Soul a cadenza settimanale dove, ogni lunedì, verrano postate frasi motivazionali e di ispirazione, accompagnate da un consiglio letterario o cinematografico il più possibile inerente al contesto.


May your choices reflect your hopes, not your fears.
- Nelson Mandela


Be', diciamo che con Nelson Mandela avevo l'imbarazzo della scelta sulle citazioni... ma quella che vi propongo oggi aveva quel qualcosa in più che mi ha fatto pensare: questa la devo condividere con i lettori del blog.

Possano le tue scelte riflettere le tue speranze, non le tue paure.

Quando siete davanti a un bivio, a una scelta, come vi comportate? Siete coraggiosi o lasciate che i vostri timori vi impediscano di seguire il vostro istinto?
Con il #MotivationalMonday di oggi vorrei invitare tutti voi a non permettere che le vostre paure influenzino le vostre scelte; abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore, di prendere decisioni che vi conducano a dei miglioramenti o, meglio ancora, che possano rendere migliore la vostra vita e il nostro pianeta.

Ognuno di noi ha la possibilità di fare la differenza e, banalmente, anche solo stando meglio voi stessi sarete in grado di offrire qualcosa in più al resto del mondo.
Ricordate sempre che non c'è modo di migliore di far del bene all'umanità, se non volendovi bene e scegliendo di essere felici... sempre.
Quindi, usate le vostre paure come motore d'accensione affinché vi dia la forza necessaria per vivere una vita colma di sogni, emozioni e speranze.


E abbinata alla frase oggi vi propongo un film che ha molto da dire sulla potenza e gli effetti che l'amore e il perdono hanno sul mondo.



INVICTUS - L'INVINCIBILE

Clint Eastwood

TITOLO ORIGINALE: Invictus
REGIA: Clint Eastwood
SCENEGGIATURA: Anthony Peckham
PRODUTTORE: Clint Eastwood, Robert Lorenz, Lori McCreary, Mace Neufeld
CASA DI PRODUZIONE: Spyglass
PAESE DI PRODUZIONE: Stati Uniti, Sudafrica
GENERE: drammatico, biografico, sportivo
ANNO: 2009
DURATA: 133'

TRAMA:
Sudafrica, nel periodo successivo alla caduta dell'apartheid e all'insediamento di Nelson Mandela come presidente. Appena entrato in carica, Mandela si pone l'obiettivo di riappacificare la popolazione del paese, ancora divisa dall'odio fra i neri e i bianchi afrikaner. Simbolo di questa spaccatura diventa la nazionale di rugby degli Springboks, simbolo dell'orgoglio afrikaner e detestata dai neri, che proprio in seguito alla caduta del regime dell'apartheid viene riammessa nelle competizioni internazionali dopo un'esclusione di circa un decennio. In vista della Coppa del Mondo del 1995, ospitata proprio dal Sudafrica, Mandela si interessa delle sorti della squadra, con la speranza che un'eventuale vittoria contribuisca a rafforzare l'orgoglio nazionale e lo spirito di unità del paese. In particolare, entra in contatto con il capitano François Pienaar, facendogli capire l'importanza politica della incombente competizione sportiva. Questa frequentazione fra Pienaar e Mandela dà inizio a una serie di eventi che rafforzano il morale degli Springboks (reduci da un lungo periodo di sconfitte) e li conducono in un fortunato cammino nella Coppa del Mondo, fino a una insperata vittoria in finale contro i temibili All Blacks. Il successo della nazionale diventa simbolo del riavvicinamento della popolazione nera alla popolazione bianca e del procedere del processo di integrazione.




“Il passato è passato. Noi guardiamo al futuro, adesso. Ci serve il vostro aiuto. Vogliamo il vostro aiuto. Se vi andasse di restare, voi rendereste al vostro paese un grande servizio. Tutto ciò che vi chiedo, è di fare il vostro lavoro col massimo dell'impegno e con partecipazione. Io prometto di fare lo stesso. Se riusciremo a fare questo... il nostro paese sarà una grande luce nel mondo”.

- Morgan Freeman (Nelson Mandela)

Review: Il cavaliere d'inverno, Paullina Simons

$
0
0

Buongiorno meravigliose anime, come state?
Finalmente sono tornata con una recensione, dopo settimane di assenza. Ho avuto una sorta di crisi esistenziale e non ero sicura di voler continuare a recensire, non farlo però me ne ha fatto sentire la mancanza e quindi eccomi qui! :D
Complice di questo ritorno è il libro di cui vi parlerò oggi: Il cavaliere d'inverno, Paullina Simons.



IL CAVALIERE D'INVERNO

Paullina Simons

TITOLO ORIGINALE: The Bronze Horseman
GENERE: romanzo storico, d'amore, di guerra
SEGUITO DA: Tatiana & Alexander, Il giardino d'estate


TRAMA: 
Leningrado, 1941. In una tranquilla mattina d'estate Tatiana e Dasha, sorelle ma soprattutto grandi amiche, si stanno confidando i segreti del cuore, quando alla radio il generale Molotov annuncia che la Germania ha invaso la Russia. Uscita per fare scorta di cibo, Tatiana incontra Alexander, un giovane ufficiale dell'Armata Rossa che parla russo con un lieve accento. Tra loro scatta subito un'attrazione reciproca e irresistibile. Ma è un amore impossibile, che potrebbe distruggerli entrambi. Mentre un implacabile inverno e l'assedio nazista stringono la città in una morsa, riducendola allo stremo, Tatiana e Alexander trarranno la forza per affrontare mille avversità e sacrifici proprio dal legame segreto che li unisce.



Una volta terminato questo romanzo, l'unica cosa che mi ha permesso di andare avanti è stata sapere di avere già tra le mani il seguito: Tatiana & Alexander. Travolta dalle emozioni, dalle domande, dalla voglia di sapere di più di questi meravigliosi personaggi e del loro futuro, a stento sono riuscita a scrivere un breve pensiero su goodreads.

Il cavaliere d'invernoè molto più di un libro, molto più di una storia d'amore, molto più di un semplice romanzo ambientato in un contesto storico difficile. È una di quelle storie fuori dal comune, che trascina il lettore dentro le sofferenze e le emozioni dei personaggi. È un meraviglioso, ma struggente, viaggio in una fredda e tortuosa Russia, assediata dalle truppe di una Germania nazista...e credetemi, sarà difficile non lasciarsi coinvolgere fin dalle prime pagine.

I punti di forza di questo romanzo sono innumerevoli, ci sono così tante ragioni che conducono i lettori ad innamorarsene che diventa veramente complicato poterne fare una recensione senza perdersi fra i discorsi; a tal proposito proverò ad elencarne alcuni degli aspetti che, secondo il mio parere, rendono questa storia dir poco epica:

  • stile narrativo - la scrittrice non ha scelto, l'ormai inflazionato, io narrante, ma ha optato per una narrazione in terza persone che a mio avviso alleggerisce la lettura, evitando molti noiosi e strazianti monologhi interiori dei protagonisti;
  • contesto storico - da lodare è sempre la straordinaria Paullina che ha impeccabilmente descritto il periodo in questione, trascinando i lettori dentro un vortice di sofferenza, ansia, paura... sarà difficile non immaginare quel che è accaduto in quegli anni, dopo aver letto questo libro;
  • caratterizzazione dei personaggi - di recente mi sono accorta che spesso ciò che penalizza un libro non è tanto la mancanza di una solida trama, quanto l'incapacità di definire le personalità dei protagonisti - e non solo. In qualità di lettrice, nemmeno tanto pretenziosa, mi sento di suggerire agli scrittori di non sottovalutare la cosa, perché moltissime storie sono rovinate dal patetico essere dei suoi personaggi. Il cavaliere d'inverno, invece, è un ottimo esempio di come la competenza porti all'eccellenza e lo si può notare non solo dalla straordinaria caratterizzazione dei personaggi, ma anche dal vasto numero di essi, tutti con delle peculiarità che, nel bene o nel male, non ti permettono di dimenticarli;
  • grande equilibrio tra romance e storico - in generale, mantenere un equilibrio in un romanzo non è affatto semplice: c'è chi si annoia se parla troppo di storia, chi se è troppo sdolcinato, chi non vuole altro che scene spinte, chi invece le detesta... fare contenti tutti non è elementare come si possa pensare, eppure la Simons è riuscita anche in questo alla quasi perfezione, regalandoci un indimenticabile cocktail di guerra e pace;
  • ricercatezza e imprevedibilità della trama - con un illimitato numero di storie d'amore, è davvero facile ritrovarsi a scrivere un racconto dozzinale... eppure, ancora una volta, Paullina Simons si è distinta dalla massa, creando un capolavoro all'interno del quale è impossibile non rendersi conto della raffinata ricerca dei dettagli e la voglia di sorprende, seppur facendo soffrire i poveri appassionati lettori.

Insomma, credo di aver passato il messaggio di semi-perfezione di quest'opera, che non raggiunge la lode solo a causa di una piccola nota che personalmente ho trovato stonata:

*** SPOILER ALERT ***

Verso la fine del libro, quando finalmente Tatiana e Alexander hanno avuto la possibilità di passare del tempo insieme, credo non fossero necessarie tutte quelle pagine di momenti carnali, povere di contenuti. Le prime volte è stata una grande emozioni, sono la prima che in quelle occasioni ha il cuore a mille e gli occhi lucidi, ma a lungo andare la cosa è diventata stucchevole e fuori luogo. Forse avrebbe potuto accorciare quel lasso di tempo o permettere ai personaggi di confrontarsi maggiormente su aspetti del loro passato.

E con questo concludo la mia recensione con il commento dell'iniziativa The Secret Circle - alla quale siete sempre tutti invitati a partecipare.

«Se solo conoscessi parole degne di questa meravigliosa storia, allora sì che potrei scriverne una recensione decorosa. Invece sono qui, con il libro concluso tra le mani e il cuore che batte all'impazzata; con mille pensieri nella testa e una valanga di emozioni che portano in una sola direzione: l'amore. L'amore per un libro ben scritto; un contesto storico difficile, ma straordinariamente narrato; l'amore per Alexander e Tatiana, due anime così forti e legate da un profondo sentimento che, senza chiedere il permesso e con prepotenza, rubano e stregano i cuori dei lettori.» J.M.

    DA OSCAR


    FBI - March 2016 Awards Ceremony

    $
    0
    0



    Federal Blogger Investigatorsè una rubrica da me creata a cadenza mensile, inerente a una delle diramazioni più importanti dell'F.B.I.: i Blogger Investigators. ;) Ogni primo venerdì del mese verrà inserito un post con degli indizi che portano a un libro/film o serie tv specifico/a... chi vorrà partecipare dovrà cercare di indovinare. L'ultimo venerdì del mese verrà annunciato il vincitore che si approprierà della targhetta/certificato che attesta in modo ufficiale il blogger come vero Agente.


    Eccoci arrivati al venerdì più importante del mese: il giorno della premiazione!
    Anche questa volta posso ritenermi soddisfatta del riscontro ottenuto, ho notato molti bravissimi agenti e trovato un altro Agente Senior che, grazie alla sua esperienza, ha indovinato il film in questione, dopo aver letto i seguenti indizi:

    1. È un romanzo di fantascienza;
    2. Il protagonista tocca spesso un amuleto;
    3. Nel racconto si troveranno personaggi realmente esistiti e personaggi inventati.

    Congratulazioni quindi al nostro Agente Speciale Arianna Lan - Sparire nei libri, che ha battuto tutti sul tempo indovinando il romanzo: 22/11/'63.

    Codice Targhetta:
    <a href="http://btsofmysoul.blogspot.it/search/label/FBI%20Federal%20Blogger%20Invastigators"><img src="http://i.imgur.com/as9OJRc.png" height="130%" style="border: none; box-shadow: none;" width="130%" /></a>

    Complimenti davvero e benvenuta nella squadra dei Blogger Investigator - famoso distretto dell'FBI. ;)

    Ringrazio tutti i partecipanti all'iniziativa e mi complimento con Denise che, anche se non in tempo per vincere, ha comunque indovinato il libro in questione - sei un mito! :)

    A questo punto non mi resta che darvi appuntamento al prossimo mese, nuovo/a libro/film o serie tv da scoprire, nuovi indizi e un vincitore.
    Vi ricordo inoltre che alla fine dell'anno - quindi a Dicembre 2016 - il blogger che avrà vinto più volte di tutti l'attestato vincerà il premio di "Miglior Agente" e riceverà un buono regalo di 10,00 € su Amazon o Kobo - lista Agenti aggiornata.

    Roller Coaster Summary - March 2016

    $
    0
    0



    Roller Coaster Summary è rubrica di BTS of my Soul a cadenza mensile, che ha l'intento di riportare i blogger sulla giostra di emozioni provate nel mese precedente grazie ai libri e film.

    1. Favorite  book cover/poster? Copertina/locandina preferita?
    2. Favorite character? Personaggio preferito?
    3. Favorite phrase/dialog? Frase/dialogo preferito?
    4. Worst book/film? Peggior libro/film?
    5. Summarize your month with a pic/gif. Riassumi il tuo mese con un'immagine/gif.







    Finalmente sono tornata! Scusate la mia assenza, purtroppo non ho avuto molto tempo e, per non pubblicare dei post poveri di contenuto, ho preferito lasciare il blog vuoto per qualche giorno.

    Allora, siete pronti per il recap di un Marzo piuttosto monotematico? :)
    Già sapevo che questo mese non avrei parlato d'altro... ❤

    FAVORITE COVER



    Sinceramente non sono in grado di dirvi se la copertina mi piace perché amo questa storia come nessun'altra... ha davvero importanza? Quando la guardo non faccio che ricordare scene della storia come se ne avessi visto il film, è così bello ed emozionante da mettere i brividi.
    Vedere il cavaliere di bronzo, la cattedrale, la neve, l'oscurità di un momento così difficile... è decisamente la copertina perfetta per questo romanzo indimenticabile.



    FAVORITE CHARACTER


    Alexander Barrington, uomo di valore, coraggioso, protettivo, forte, seducente, magnetico, innamorato e del quale è impossibile non innamorarsene.

    Se ho amato tanto questo romanzo è anche grazie alla presenza di un personaggio disarmante come lui; un uomo da ammirare, in grado di farsi amare anche con i suoi difetti - e credetemi, nel corso della storia farà in modo di farveli conoscere.

    Alexander rappresenta l'ideale di eroe. Il tipo d'uomo dal quale correresti quando hai bisogno di conforto; le braccia nelle quali ti faresti stringere per sentirti al sicuro; la dolce metà con la quale sai di aver trovato il tuo safe-place... nonostante la guerra, le bombe, la fame e tutti i problemi che ti stanno tormentando.

    Soldato, capitano, maggiore... qualunque sia il suo grado, Anthony Alexander Barrington Belovè quel meraviglioso e altissimo uomo americano che vi toglierà il fiato, facendovi innamorare fin dalle prime pagine del libro.



    FAVORITE PHRASE/DIALOG



    Tatiana si stringeva ad Alexander nelle fredde acque del Kama. "Guarda il sole che sorge sui monti. È bello, vero?" mormorò. Lui non si curava dell'alba, ma guardava il viso dell'amata e lo accarezzava con una mano, mentre con l'altra la stringeva a sé. "Ho trovato il vero amore sulle rive del Kama."
    "Io l'ho trovato in via Saltjkova-Scedrina, mentre mangiavo il gelato seduta su una panchina."
    "Non mi hai trovato. Non mi stavi neanche cercando. Sono io che ti ho trovata."
    Lunga pausa. "Tu mi... stavi cercando?"
    "Da una vita".





    WORST BOOK/FILM

    Purtroppo, o per fortuna, tra il lavoro e i diversi impegni non ho molto tempo libero e Il cavaliere d'inverno e Tatiana & Alexander, essendo dei libri piuttosto impegnativi, non mi hanno lasciato la possibilità di leggere altro. In campo cinematografico, in seguito alla scorpacciata pre-Oscar, ho rallentato, quindi direi che per questo mese non ho dei titoli per il peggior film e/o libro.



    SUMMARIZE YOUR MONTH W/ A GIF




    Paullina Simons, con i suoi Tatiana e Alexander, mi ha letteralmente fatto crollare le barriere difensive che mi ero costruita, permettendo quindi al mio cuore di lasciarsi andare ad ogni genere di emozione. Il mese di Marzo è stato davvero faticoso, pieno d'amore, odio, paura, ansia, rabbia, dolore, apprensione... Insomma, la brava scrittrice mi ha ricordato che nelle nostre vene scorrono valanghe di indomabili sentimenti.

    E così anche per questo mese ho finito. Che mi dite di voi? Com'è stato il vostro Marzo?
    Attendo le vostre risposte alle cinque domande. :)

    Un abbraccio a tutti,
    Jennifer

    Ritratto di Signora - Aprile 2016

    $
    0
    0



    Ritratto di Signoraè rubrica a cadenza mensile in collaborazione con Monica, Miki, Federica, Daniela e Francesca. Parleremo ogni primo Lunedì del mese di questo meraviglioso universo femminile, raccontando storie di donne straordinarie che ci ispirano e ricordano di essere sempre forti e coraggiose.



    Bentornati ad un nuovo appuntamento della rubrica Ritratto di Signora.
    Il racconto di oggi arriva dalle incredibili mani di Francesca Diotallevi, scrittrice e autrice di Le stanze buie e Amedeo Je t'aime.

    Vi lascio a lei... ❤

    P.S. le parti in corsivo sono scritte dal pugno di Francesca che ha romanzato il racconto, rendendolo ancora più coinvolgente ed emozionante.





    Dolcissima e fragile. Indomita e visionaria. Il mio Ritratto di Signora vuole omaggiare una donna le cui ali spezzate non hanno impedito un volo spericolato sugli abissi insidiosi che la vita le ha riservato: la pittrice Frida Kahlo. 
    Una ragazzina come tante, forse più fiera, o solo più cocciuta, a cui è stata riservata la più difficile delle prove: morire e rinascere. Conoscersi di nuovo, e conoscersi in una veste nuova. Fare della propria debolezza un punto di forza, della propria sofferenza un modo per guardare il mondo con occhi diversi, lasciando dietro di sé una scia di dipinti capaci di incantare, di commuovere, di entrarti sottopelle. Capaci di offuscare anche il gigantesco marito-genio Diego Rivera, il più grande artista messicano dell’epoca.
    A diciotto anni Frida, ragazza di buona famiglia, che studia per diventare medico, incappa nel Destino: il suo ha la forma di un tram, e le arriva dritto addosso. Frida è sull’autobus che da Città del Messico la sta riportando a casa, a Coyoacàn. Con lei c’è il fidanzato Alejandro. 

    Il tram si avvicinò con una lentezza esasperante. Lo vedemmo comparire all’improvviso all’angolo tra Cuahutemotzín e 5 de Mayo, quando stavamo per voltare in Calzada de Tlalpan. Sembrava non avere freni. Fu quella terrificante lentezza a darci la consapevolezza che non ci sarebbe stato scampo. Veniva verso di noi come qualcosa di fatale, a cui sarebbe stato vano opporsi. 
    Lo scontro fu inevitabile; poi, senza fretta, il tram iniziò a trascinare l’autobus fino a schiacciarlo contro un muro. 
    Ricordo lo stridore di freni, lo scossone iniziale, e la sorprendente elasticità dell’autobus, che sembrò reggere l’urto fino alla fine. Le ginocchia dei passeggeri seduti gli uni di fronte agli altri, sulle panche di legno, arrivarono quasi a toccarsi. Tutto tremò e traballò, in un precario equilibrio. Qualcuno cadde, altri fecero appena in tempo a farsi il segno della croce. Cercai lo sguardo di Alex, e quello che vidi nel fondo dei suoi occhi scuri non mi piacque. Fu in quel momento che iniziai ad avere davvero paura. Fu l’ultimo punto di contatto con quella che, fino a quel momento, era stata la mia vita.
    Poi tutto esplose. L’autobus si spezzò a metà, la lamiera si accartocciò come se fosse fatta di cartapesta, le assi del fondo si sollevarono e si frantumarono in centinaia di schegge di legno. Qualcuno cadde nella voragine che si aperta al centro dell’autobus, e venne schiacciato dal tram, che sembrava incapace di arrestare quel suo placido incedere. Passò su di noi come una falce sul grano, non rimase nulla dopo. 
    Venni scalzata dal sedile e scaraventata con violenza contro la mia sorte. Qualcosa si frappose, in quel volo disperato. Qualcosa che aveva la durezza e lo spietato gelo del metallo. Mi trapassò da parte a parte, a ricordarmi che la vita è un dono e che basta un soffio a spegnerla. Poi ricaddi a terra, tra i cocci di vetro, il sangue e i pezzi di un’esistenza andata distrutta nel momento stesso in cui quel tram era apparso all’orizzonte. 
    Quello che ricordo, di quei pochi istanti in cui conservo una, seppur confusa, memoria, è l’oro. Il cielo era d’oro, sopra di me; erano d’oro i miei abiti strappati, i capelli impastati di sangue e le gambe nude, piegate in una strana posizione. Non sentivo dolore, non sentivo niente. Volevo solo restare a guardare quella nuvola di polvere dorata che si era sollevata quando il cartoccio dell’uomo che, solo pochi istanti prima, era in piedi vicino a me, conteneva. 
    «La bailarina, la bailarina!» gridò qualcuno, vicino a me. In quel momento non capii a cosa si riferissero. Ma dovevo offrire uno spettacolo bizzarro, ricoperta d’oro e con il corrimano di metallo del tram che mi trapassava il corpo. Mi aveva trafitto nello stesso modo in cui una spada trafigge un toro. Feci un sospiro, sentendo all’improvviso una grande stanchezza. Pensai al parasole che mi aveva prestato mia sorella Cristina. Pensai al balero dai bei colori che avevo comprato proprio quel pomeriggio e che tenevo nella cartella. Sperai che non si fosse sciupato; provai a cercarlo ma scoprii, un po’ sorpresa, di non averne le forze. 
    «Sta morendo?» domandò qualcuno, accanto a me.
    «L’ambulanza sta arrivando» rispose un’altra voce.
    «Non farà mai in tempo.»
    Chiusi gli occhi. Quella che ero stata fino a quel momento, la Frida che per diciotto anni aveva abitato il mio corpo agile e aggraziato, morì su quella strada, palcoscenico su cui si era consumata la prima tragedia della mia vita.

    Dicono che per costruire qualcosa di nuovo vada distrutto ciò che c’era prima. Anche per Frida andò così. La ragazza spensierata che fino a quel momento aveva vissuto la vita con entusiasmo e leggerezza scomparve per lasciare il posto a una creatura nuova, più profonda e inevitabilmente segnata. La nuova Frida ha uno sguardo serio, capace di guardare oltre, di indagare al di là della superficie delle cose. La nuova Frida conosce il dolore, quello che ti morde la carne senza tregua, e impara a conviverci. Ci convivrà per tutta la vita, che non sarà lunga, ma sarà una vita coraggiosa, sempre tesa a sfidare i propri limiti, quelli del corpo e quelli dell’anima. 

    Il bollettino medico, che un dottore dall’aria contrita fece a me e alla mia famiglia, scandendo bene ogni parola, aveva dell’incredibile. L’incidente mi aveva spezzato la colonna vertebrale in tre punti; mi si erano rotti anche l’osso del collo, la terza e la quarta costola.  La gamba sinistra aveva riportato undici fratture e il piede si era dislocato e schiacciato. La spalla sinistra era uscita dalla sua sede e le pelvi si erano frantumate in tre punti. Il corrimano di metallo del tram mi aveva perforato l’addome ed era uscito attraverso la vagina. Più tardi ci avrei scherzato, dicendo che avevo perduto così la verginità.
    Il fatto che fossi ancora viva era un miracolo, ma non tutti sembravano pensarla così. Mia madre si era chiusa in un ostinato mutismo, non aveva neanche la forza di venirmi a trovare. A chi glielo chiedeva rispondeva che sarebbe stato meglio che me ne fossi andata senza soffrire, invece di restare in vita ed essere costretta a quel supplizio.
    Ed era un vero supplizio. Il dolore andava e veniva a ondate, senza darmi tregua. Completamente immobilizzata, me ne stavo a fissare il soffitto bianco dell’ospedale per ore, le lacrime che mi rigavano le guance a causa della sofferenza e della frustrazione. I miei spericolati voli di uccello erano finiti, restava solo il gesso che mi paralizzava e la struttura dentro a cui ero rinchiusa, simile a un sarcofago.  
    Di notte la morte danzava attorno a me, facendosi beffe della mia sciocca ostinazione. Ma non gliela avrei data vinta. Mai.

    Frida sopravvive, dunque. Passa lunghi mesi immobilizzata a letto, rinchiusa in busti di gesso che le impediscono di muoversi. La pittura arriva in punta di piedi, a salvarla, a occupare uno spazio vuoto, a impossessarsi di ogni aspetto della vita di questa ragazza spezzata, ma intenzionata a non lasciarsi sopraffare. Nemmeno dall’abbandono del fidanzato, incapace di conciliare l’immagine della ragazza allegra e gioiosa con questa nuova Frida invecchiata, di colpo, di cent’anni.

    Aprii gli occhi, sbattendo le palpebre nella calda luce del tardo pomeriggio. Avevo le labbra secche, incollate tra di loro. Da mesi vivevo in uno stato di completo intorpidimento, non ricordavo più che giorno era, entravo e uscivo dal dormiveglia. Le mie notti erano popolate di incubi, le giornate diluite nella noia. Il dolore era una morsa continua, come un cane che azzannava senza tregua la mia carne. L’immobilità mi stava consumando. Mi sentivo una pianta che avvizziva in un angolo buio. Senza luce e pioggia che ridessero linfa al mio spirito inaridito mi sarei spenta fino a morirne. 
    Voltai il viso verso il comodino, in cerca di del bicchiere d’acqua con cui dare sollievo alla mia gola riarsa e mi accorsi che mio padre era al mio fianco. Seduto sulla sedia su cui si alternavano i membri della mia famiglia,  e le poche persone che ancora venivano a farmi visita, mi osservava con i profondi occhi scuri sotto le folte sopracciglia nere. 
    «Papà» buttai fuori, con una smorfia di dolore, mentre cercavo, inutilmente, di sgranchire il mio corpo nel busto di gesso. Mi sentivo come un mollusco chiuso in un carapace troppo stretto e talvolta mi chiedevo se esistesse ancora la mia pelle, là sotto. Se ci fossero le ossa, se il mio cuore battesse ancora. Spesso, nel corso dei mesi, mi ero sentita tutt’uno con quel calco che mi avevano sagomato addosso, appendendomi per la testa per fare in modo che, mentre si asciugava, la mia spina dorsale fosse perfettamente dritta. Una statua vivente, ecco cos’ero. Un bizzarro esperimento che faceva di me una creatura a metà. Viva, eppure tenuta lontana da quella vita che avevo amato con ogni fibra del mio essere, bloccata in quel letto che era prigione e tomba di ogni mio sospiro. Un colibrì a cui avevano spezzato le ali, che abitava un pianeta di dolore, trasparente come ghiaccio. Avevo imparato ogni cosa di colpo; se le persone che mi circondavano erano cresciute un poco alla volta, io ero invecchiata in pochi istanti, e mi sentivo già stanca di tutto.
    «Mia piccola Frida» mormorò mio padre, abbozzando un sorriso. «Come ti senti, oggi?»
    Pensai a cosa avrei voluto rispondere, poi scossi la testa. Non volevo condividere con lui la mia sofferenza, né con nessuno della mia famiglia. Li avevo messi fin troppo alla prova; ogni loro patimento era un senso di colpa che andava ad accumularsi agli altri, quelli che, nonostante tutto, provavo per essere diventata perenne fonte di preoccupazione. 
    «Un po’ meglio di ieri e un po’ peggio di domani» dissi, per non angosciarlo più di quanto già non fosse. 
    «Be’, io credo che oggi ti sentirai un po’ più felice» disse lui, chinandosi per prendere qualcosa che aveva appoggiato per terra, al suo fianco. Quando si sollevò vidi che tra le mani stringeva una scatola. La conoscevo bene, era la scatola dei suoi colori a olio. Da bambina mi piaceva sedermi accanto a lui e vederlo sfoggiare le sue modeste capacità pittoriche. Si cimentava per lo più nei paesaggi che offriva Coyoacán. Io, che ero affascinata da qualunque cosa facesse mio padre, studiavo ogni sua mossa nei minimi dettagli, cercando di non perdermi nemmeno un passaggio di quel processo affascinante che rendeva una tela bianca un luogo popolato di immagini e colori. I colori, soprattutto, mi interessavano. Mi piaceva vedere il modo in cui potevano essere sfumati, il modo con cui davano vita alle forme.
    «I tuoi colori a olio?» domandai, perplessa. Sapevo che li teneva con grande cura e ne era molto geloso.
    Lui annuì: «Ora sono tuoi. Io e tua madre abbiamo pensato…» si bloccò, indeciso su come proseguire. «Da bambina ti piaceva molto disegnare. Potrebbe essere un modo di passare il tempo.»
    Levai le sopracciglia, stupita da quella nuova prospettiva che mio padre mi stava offrendo. Di tempo ne avevo fin troppo a disposizione. Avrei accolto con gioia qualunque diversivo si fosse frapposto fra me e quella noia spietata che mi avvelenava le giornate, portandomi a fissare il baldacchino del mio letto spesso per ore. 
    Mia madre, in un impeto di intraprendenza, mi aveva fatto preparare da un falegname un cavalletto grazie al quale avrei potuto dipingere stando sdraiata. Era un diversivo interessante e mi ci accostai con un entusiasmo che non avvertivo da tempo, salvo bloccarmi, dopo pochi minuti, davanti all’ineluttabilità della tela bianca. 
    Mi guardai intorno, smarrita. Ero sola. In grembo avevo i colori a olio di mio padre, un lapis con cui tracciare il bozzetto e un paio di pennelli un po’ spelacchiati, ma più che validi per quello che mi proponevo di fare. Sollevai la matita e la soppesai nel palmo per alcuni secondi, premendo la mina contro i polpastrelli. La avvicinai alla tela, poi la scostai. La mia mano rimase sospesa a mezz’aria. Cosa avrei dovuto dipingere, esattamente? Da bambina disegnavo ciò che mi suggeriva l’immaginazione. Spesso, nei momenti di solitudine, avevo tracciato con la punta l’indice la sagoma di una porta sulla condensa di un vetro appannato. Da quella porta ero scappata tante volte per raggiungere la mia amica immaginaria, una bambina della mia età con cui condividevo i miei sogni. Mi chiesi se quella bambina esistesse ancora, da qualche parte dentro di me. Se fosse cresciuta e che aspetto avesse, dopo tutti quegli anni. Riportai la mano alla tela e traccia un ovale un po’ incerto, poi provai ad abbozzare un naso e degli occhi. Mi bloccai di nuovo. Non riuscivo a proseguire senza un modello a cui affidarmi, ma non avrei saputo a chi domandare di posare. Ebbi la risposta ruotando il viso verso la cassettiera appoggiata al muro e sovrastata da una specchiera. Chi, meglio di me, poteva restare fermo nella stessa posizione, senza muovere un muscolo, per ore, giorni, mesi?
    Nei giorni successivi i miei genitori fecero montare uno specchio sul lato inferiore del baldacchino che sovrastava il mio letto. Eccomi lì, il volto incavato e gli angoli della bocca piegati all’ingiù dall’inerzia. Solo gli occhi trasmettevano una ferma volontà e mi ricordavano che, nonostante tutto, ero più viva che mai. Non era il corpo a decidere, ma lo spirito, e il mio era ancora forte e combattivo.
    Era un modo di ricominciare e ricominciavo da me, studiandomi in uno specchio, andando oltre quel corpo che era prigione e ancora di un’anima che sognava solo il cielo e la sua sconfinatezza.
    Nel momento stesso in cui stesi la prima pennellata di colore, per sovrastare il bianco che mi opprimeva, perché mi ricordava quello dell’ospedale, avvertii un frullare di ali. E capii che la Pelona non mi aveva piegato, non ancora. 
    Dipinsi seguendo il mio istinto; non avevo compiuto studi in materia, se non qualche sporadica lezione acquisita dall’incisore Fernando Fernández, un caro amico di mio padre presso cui avevo lavorato per un breve periodo, per mettere da parte qualche soldo. 
    Lentamente, dalla tela che avevo davanti, emerse un volto, il mio. Emersero gli occhi pieni di vita, le labbra atteggiate in un lieve sorriso, i capelli raccolti e il collo lungo. C’era qualcosa di aristocratico nel modo in cui mi ero raffigurata, che dovevo all’arte italiana che Fernández mi aveva mostrato nel suo studio.Una Madonna rinascimentale?
    No, non ero una santa. Mi dipinsi con un abito di velluto rosso dalla scollatura vertiginosa. Il quadro sarebbe stato un regalo per Alex, un dipinto che gli avrebbe ricordato cosa si era lasciato alle spalle abbandonandomi in quel letto messicano mentre lui viaggiava per l’Europa.
    Il mio primo approccio all’arte venne alimentato dal senso di rivalsa. Una rappresaglia alla cattiva sorte che mi perseguitava e che mi aveva tolto tanto. 
    Guardai il dipinto. Non era eccelso, era anzi un primo tentativo molto modesto, ma esprimeva qualcosa: un bisogno di risarcimento che si esprimeva attraverso linee e colori fino a dare voce alla mia sete di vita. 
    In quel momento, con le dita ancora sporche di colore e l’odore di olio e trementina che aleggiava nell’aria, mi resi conto di essere rinata. Attorno, improvvisamente, avevo un mondo intero; come quando, da bambina, mi bastava disegnare una porticina nella condensa di un vetro per viaggiare oltre me stessa. 
    L’arte era la strada. L’arte era la vita.
    Frida, scrissi sotto al ritratto. 
    Sì, Frida, la nata due volte.

    Frida torna a camminare, e torna ad amare, innamorandosi del gigante (fisicamente e artisticamente parlando) Diego Rivera. Lo sposa, contro il parere contrario dei genitori, che definiscono la loro unione l’incontro tra una colomba e un elefante. Sopporterà, oltre ai propri problemi di salute, anche i dolori inferti al suo cuore dalla maternità negata a causa dell’incidente, e dalla leggerezza del marito, che non perde occasione per tradirla, pur amandola più di qualunque altra cosa. L’ultimo tradimento viene consumato con la sorella minore di Frida, Cristina. È la goccia che fa traboccare il vaso, Frida non regge il colpo. La coppia divorzia.

    Io sono dolore. Poso le mani sui reni, cercando di raddrizzare la schiena; è come raddrizzare un albero abbattuto dalla tempesta. Fa male, ma alla sofferenza sono abituata da tanto, troppo tempo. Se guardo indietro non riesco a ricordare cosa significhi vivere senza l’impressione che il corpo, che minaccia di disfarsi a ogni respiro, si tenga invece insieme per miracolo. È questo che la gente sussurrava di me, dopo il primo dei due brutti incidenti che mi sono capitati nella vita: è una miracolata. Io, però, non ci ho mai creduto. La mia salvezza, se di salvezza si è trattato, l’ho vissuta come una condanna. Se è vero che per ogni cosa c’è un prezzo da pagare, il mio debito per essere sopravvissuta credo di averlo saldato da un pezzo. Questo la pelona dovrebbe saperlo. 
    Appoggio il pennello sulla tavolozza, il quadro che ho davanti è uno dei più grossi che abbia mai dipinto. Lo volevo così, ingombrante, impossibile da ignorare. Due Frida mi osservano dalla tela. Due me stessa con un solo cuore, diviso a metà. Una è seria, imperturbabile. Nella mano sinistra stringe una foto di Diego bambino, da cui parte una vena che da lui prende nutrimento. La destra è aggrappata alla mano dell’altra Frida, la Frida spaventata, quella che sta morendo dissanguata. La pinza da chirurgo con cui tenta di fermare l’emorragia non basterà a salvarla. Il sangue le macchia la gonna, sbocciando come fiori cremisi sul pesante cotone bianco. 
    Lo osservo con aria critica, accendendo una sigaretta. Il fumo si solleva davanti a me, componendo e scomponendo immagini. Diranno che è macabro, spaventoso, funesto. Sì, lo è. È come l’amore, la vita, la morte. È speranza delusa, affetto tradito e desiderio frustrato. È ciò che sono io in questo momento: una donna divisa. Divorziata.
    Penso a cosa significa questa parola, per me. È il fallimento di un sogno in cui ho creduto con cieca determinazione. È un naufragio che mi lascia senza forze. Tante volte mi sono rialzata nella vita, e non parlo per metafore. Ci ha provato, la sorte, a spezzarmi le gambe e la schiena. Mi ha lasciato inerme, alla deriva di un mare in tempesta. Ma non è bastato. 
    Spengo la sigaretta e ne accendo un’altra. Dicono che fumi troppo, e che beva troppo. E che sia troppo magra, troppo debole e cagionevole per sopportare tutto questo. Ma non mi interessa. Guardo il quadro che ho davanti, l’ennesimo autoritratto che mi aiuta a fare chiarezza, a scorgere me stessa oltre la fragilità della mia pelle. Qui sono colore vibrante ed emozione. Qui sono Frida, molto più di quanto non lo sia nella vita vera. Vivo attraverso una tela, oltrepasso i confini dei mondi, fisso i sentimenti con una sfumatura, in modo che non mi sfuggano mai più, che restino a ricordarmi chi sono e cosa provo. 
    Non sono stata sempre così. C’è stato un tempo in cui tutto questo non aveva importanza, volevo solo vivere, diventare medico, essere felice. Volavo con la spensieratezza di un uccello dalle ali robuste. Un uccello che non teme venti e tempeste.
     Poi c’è stato l’incidente, il primo, quello che ha deciso il mio destino. Mi ha tolto tanto, ma in cambio mi ha donato uno sguardo nuovo, capace di guardare oltre; mi ha donato l’arte e la consapevolezza che ogni istante può essere l’ultimo.
    Il secondo incidente, di gran lunga il peggiore, è stato mio marito Diego.

    Nonostante tutto, Frida e Diego sembrano destinati a stare insieme, creati per appartenere l’uno all’altra. Si risposano, ed è Diego ad assistere l’amata moglie nei suoi ultimi anni, che sono fatti di atroci sofferenze fisiche. Frida ormai non si alza più dal letto. La colonna vertebrale è a pezzi, le hanno amputato una gamba a causa della cancrena, e tutto il fisico inizia a cedere. 
    Prima di andarsene Frida annota nel suo diario: Spero che la fine sia gioiosa, e spero di non tornare mai più. 
    Di lei rimangono i suoi quadri, compagni di viaggio, testimoni intimi, talvolta dolenti, altre surreali, di una vita vissuta fino all’ultimo respiro con coraggio e tenacia. 

    Una funambola sospesa ad altezze vertiginose; un corpo traditore, creato per contenere sofferenza, e una mente libera, in grado di librarsi sopra le brutture della quotidianità. Questo è stata Frida Kahlo, un’anima bella.

    Recensione: Scandal, Shonda Rhimes

    $
    0
    0

    Dio benedica Sky e l'idea del Box Sets, la droga perfetta per i malati di serie tv come me.
    Insomma, quale occasione migliore di un periodo travagliato per iniziare una nuova serie e farsi travolgere dalle vicende della stessa?
    Proprio per questo, oggi vi parlerò di Scandal: una delle tante opere della cinica, ma straordinaria Shonda Rhimes.



    SCANDAL

    Ideatore: Shonda Rhimes
    Produttore: Merri D. Howard, Scott Collins, Matt Byrne, Heather Mitchell
    Produttore esecutivo: Shonda Rhimes, Betsy Beers, Mark Wilding
    Casa di produzione: ABC Studios ShondaLand
    Rete televisa USA: ABC
    Rete televisiva Italia: Fox Life
    Genere: drammatico, politico



    TRAMA:
    Olivia Pope, donna di grande determinazione ed entrature politiche, dedica la sua vita a proteggere l'immagine pubblica dell'élite della nazione e i suoi segreti. Ex direttore delle comunicazioni della Casa Bianca per il presidente repubblicano (di ampie vedute) decide di lasciare il posto di lavoro per l'Olivia Pope and Associates, società di gestione delle crisi che ha come motto gladiators in suit. Sperando di iniziare un nuovo capitolo della sua vita (bloccata dall'impossibile relazione col presidente), scopre tuttavia che non può lasciarsi il passato alle spalle. Lo staff della Olivia Pope and Associates è composto dall'avvocato Stephen Finch, affascinante donnaiolo inglese (prima stagione), Harrison Wright, avvocato nero dalla parlantina efficiente (presente fino alla terza stagione), Abby Whelan, investigatrice dello studio, Huck Finn, hacker con un passato da killer di un settore di servizi segreti quale B6-13, e Quinn Perkins, avvocatessa dal volto fresco e dal passato misterioso che impara velocemente il lavoro affiancando sempre più spesso il tormentato Huck. Tutti sono stati salvati o riscattati da Olivia e per questo sono disposti a qualsiasi cosa per lei. Il cinico capo gay dello staff presidenziale Cyrus, suo marito giornalista, un industriale senza scrupoli, la first lady Mellie, un giudice della Corte Suprema, un procuratore distrettuale, un contract killer ex collega di Huck, un deputato democratico nero già fidanzato di Olivia, un ufficiale dei marines agli ordini speciali del presidente, la vicepresidente bigotta, completano l'entourage dei personaggi ricorrenti.


    Dopo Grey's Anatomy, Private Practice, How To Get Away With A Murderer e Quantico, eccomi con un altro dei meravigliosi prodotti della cinica, ma inimitabile Shonda - un nome, una garanzia.
    Ho iniziato Scandal un sabato mattina, proprio per questa sceneggiatrice, regista e produttrice ricca di talento, in grado di rendere una serie tv qualcosa per cui ti faresti rinchiudere in una clinica psichiatrica... sto esagerando? Nient'affatto. Le sue trame vi causeranno una dipendenza e sono dell'idea che nei prossimi anni dovranno creare gruppi di riabilitazione per gli spettatori delle serie tv di Shonda Rhimes.

    Scandalè in grado di catturare lo spettatore, episodio dopo episodio, fino a portarlo in una spirale di curiosità dalla quale è impossibile sottrarsi.
    Inizialmente lo trovavo interessante, successivamente coinvolgente, ora è indispensabile.

    Vediamo insieme ciò che rende speciale questa serie tv, attraverso i suoi punti di forza:

    • Olivia Pope - come in ogni serie della produttrice in questione, le protagoniste femminili hanno le palle, sono forti e indipendenti, ma ciò che ci permette di amarle sono anche le loro debolezze, che cercano sempre di celare al resto dei personaggi;
    • Intrighi politici - in generale è qualcosa che sicuramente riesce ad affascinare, ma quando c'è di mezzo la Casa Bianca, il Presidente degli Stati Uniti, la First Lady e tutti quelli che girano intorno ad essi... avete idea di cosa possa accadere?
    • Le ship - oh, se c'è una cosa che Shonda sa come torturare per bene sono le ship e questo credo lo sappia tutto il mondo. In Scandal non fa che confondere le idee, scottare gli spettatori insieme ai protagonisti per poi lanciare tutti in un mare gelido in grado di far affondare le migliori navi esistenti al mondo;
    • Lo staff della Olivia Pope and Associates - amerete ognuno di loro per i loro pregi e difetti, in modo indistinto. Sarà impossibile pensare a Liv senza di loro, senza i suoi gladiatori in doppio petto;
    • Cyrus Beene - quante ne combinerà questo cinico capo dello staff presidenziale, ma come con la maggior parte dei personaggi sarà impossibile non affezionarsi;
    • David Rosen - tenero procuratore molto intelligente che ha la sfortuna di incontrare Olivia e il suo staff;
    • Mellie, la First Lady - non importa quante sue azioni disapproverete, quale sarà la vostra ship, non importerà nulla: apprezzerete anche lei, perché è uno di quei personaggi così ben caratterizzati da lasciarvi senza opzioni;
    • Fitzgerald Grant, il Presidente degli Stati Uniti - con lui si deve far attenzione perché sa bene come ammaliare e farti cadere ai suoi piedi. Fitz fa battere forte il cuore, usa delle parole che spesso fanno mancare il fiato... insomma, al di là del piccolo dettaglio che è del Presidente degli Stati Uniti che stiamo parlando, Fitzgerald Grant è un prezioso pezzo d'arte per questa serie.

    Ci sono moltissime altre ragioni che mi portano ad adorare Scandal, ma no voglio dilungarmi troppo e annoiarvi... in fin dei conti, se non lo state ancora facendo, il mio intento oggi è convincervi che questa serie tv è assolutamente da guardare! Siete ancora qui? Cosa aspettate? :)



    STUPENDO, TRAVOLGENTE

    FBI - April 2016

    $
    0
    0



    Federal Blogger Investigators rubrica di BTS of my Soul a cadenza mensile, inerente a una delle diramazioni più importanti dell'F.B.I.: i Blogger Investigators. ;) Ogni secondo venerdì del mese verrà inserito un post con degli indizi che portano a un libro/film o serie tv specifico/a... chi vorrà partecipare dovrà cercare di indovinare. L'ultimo venerdì del mese verrà annunciato il vincitore che si approprierà della targhetta/certificato che attesta in modo ufficiale il blogger come vero Agente.


    Regolamento - ATTENZIONE, c'è una novità importante:


    • la partecipazione è aperta a tutti i blogger lettori fissi di questo blog;
    • se possibile, pubblicizzare l'iniziativa sui social network - esempio: Google+, Pagina Facebook, Twitter.. etc.;
    • è consentito porre domande - la commissione deciderà se sarà o meno opportuno rispondere;
    • è consentito dare un massimo di tre risposte - da inviare tramite email all'indirizzo jennifermarando88@gmail.com;
    • come impostare la mail per facilitarne la lettura nella mia posta in arrivo, nell'oggetto inserite il titolo del post - "FBI - #mese e anno corrente", il link al vostro blog e le risposte;
    • è possibile partecipare fino al giovedì prima dell'ultimo venerdì del mese - ovvero quando verrà annunciato il vincitore;
    • alla fine dell'anno - quindi a partire da Dicembre 2016 - il blogger che avrà vinto più volte di tutti l'attestato vincerà il premio di "Miglior Agente" e riceverà un buono regalo di 10,00 € su Amazon o Kobo - il vincitore mi indicherà la preferenza privatamente.

    Siete pronti? Vi siete allenati duramente come se foste a Quantico? Mi raccomando, vengono reclutati solo i migliori agenti. :)



    Ecco gli indizi del film che dovrete indovinare:

    1. Il titolo - in lingua originale - è stato cambiato due volte;
    2. Il regista è anche attore;
    3. All'interno del film è presente una canzone che ha venduto più di due milioni di copie.

    Attendo con ansia le vostre eventuali domande e risposte... :)

    Buona fortuna a tutti,
    Jennifer


    #MotivationalMonday w/ Nayyirah Waheed

    $
    0
    0



    #MotivanionalMonday rubrica di BTS of my Soul a cadenza settimanale dove, ogni lunedì, verrano postate frasi motivazionali e di ispirazione, accompagnate da un consiglio letterario o cinematografico il più possibile inerente al contesto.


    If the ocean can calm itself, so can you. We are both salt water mixed with air.
    - Nayyirah Waheed


    Il primo dell'anno vi ho proposto la mia lunga lista di buoni propositi per questo 2016 - New Years Resolutions 2016 - e, come potete verificare, tra i diversi punti c'è chase my body goal.
    Non mi sono mai impegnata più di tanto per migliorare il mio fisico, nonostante non mi piacesse e me ne lamentassi parecchio, ma da qualche anno la consapevolezza che stare seduta con le mani in mano non mi permetterà di star bene con me stessa, ha come acceso una miccia dentro di me.
    Come molti di voi già sapranno, ho un personal trainer che mi segue in modo costante e questo implica un notevole sforzo fisico, ma anche economico - purtroppo non mi piovono euro dal cielo, ciò nonostante conosco i miei limiti e preferisco fare delle rinunce così da poter spendere i soldi per il bene della mia forma fisica -; ad ogni modo, oltre alle lezioni con Marina, sento di aver bisogno di intraprendere un percorso parallelo ed è così che ho deciso di immergermi nello Yoga.

    Se l'oceano può calmarsi da sé, tu puoi fare altrettanto.
    Siamo entrambi acqua salata mischiata con aria.

    È così che ho trovato la citazione, è così che mi sto innamorando di questa disciplina che armonizza corpo e mente, conducendo ad una sensazione di benessere.
    Questa bellissima frase è così profonda e ricca di significato che non potrà mai avere una sola interpretazione: ognuno di noi, in base alle proprie conoscenze, esperienze, al proprio essere, al proprio modo di pensare, saprà darne una personale spiegazione.

    Quello che mi sento di dire oggi in merito a questa citazione - complice forse il periodo e i recenti avvenimenti all'interno della mia vita -, è che non importa quante difficoltà troveremo lungo il nostro cammino, sapremo sempre e comunque rialzarci e trovare il nostro equilibrio per andare avanti.

    In fin dei conti, pensandoci bene, quante volte ci capita di vedere il mondo crollare sopra le nostre teste? Come se non ci fosse più uscita, come se non avessi più modo di sopravvivere?
    Quante di queste volte è stato davvero così?
    Non credo sia necessaria una mia risposta; se sarete qui a leggere il post, saprete da voi che la forza di calmarvi, trovare pace dentro di voi e andare avanti nonostante tutto, vi scorre dentro le vene.

    E visto che siamo nello spirito giusto, con questa frase vi suggerisco un film, tratto dal libro Sette anni nel Tibet, Heinrich Harrer.


    SETTE ANNI IN TIBET

    Jean-Jacques Annaud

    TITOLO ORIGINALE: Seven Years in Tibet
    REGIA: Jean-Jacques Annaud
    SCENEGGIATURA: Jean-Jacques Annaud Iain Smith John H. Williams
    PRODUTTORE: Jean-Jacques Annaud, Iain Smith, John H. Williams per Mandalaya Entertainment
    PAESE DI PRODUZIONE: USA
    GENERE: biografico, drammatico
    ANNO: 1997
    DURATA: 128'

    TRAMA:
    Il giovane Heinrich Herrer, scalatore austriaco adottato dal nazismo, nel 1939 si aggrega a una spedizione per scalare una montagna del Tibet. L'impresa non riesce. Di ritorno al campo Heinrich viene arrestato dagli inglesi che nel frattempo sono entrati in guerra contro la Germania. Evade e in compagnia dell'amico Peter comincia a vagare per il Tibet. Passano gli anni e i due giungono a Lhasa, la città sacra dove vive il Dalai Lama bambino. Fra il "dio incarnato" ed Heinrich si forma un'amicizia che diventa affetto. Nei sette anni passati nella città sacra accadranno fatti importanti, primo fra tutti l'invasione del Tibet da parte dei cinesi, che costringerà tutti a fuggire, Lama compreso. Tornato in patria Herrer riprenderà la sua attività, dopo aver recuperato l'affetto di un figlio (vero) che non aveva mai visto. L'uomo, autore del libro da cui è tratto il film, tuttora vivente, è ancora amico del Dalai Lama eternamente esule.


    Che mi dite di questo #MotivationalMonday? Vi è piaciuta la frase? Che interpretazione dareste voi?

    Vi auguro una splendida settimana. ❤

    Con amore,
    Jennifer

    Good Vibes - Impossible vs Hard

    $
    0
    0



    #GoodVibes rubrica di BTS of my Soul a cadenza mensile. Lo scopo di questa rubrica è suscitare nei lettori sensazioni positive, cercare di essere d’ispirazione attraverso post che tratteranno argomenti in grado di spronare i lettori.


    Bentornati a un nuovo appuntamento della rubrica Good Vibes. :)

    Oggi tratteremo un argomento che mi è passato per la mente una mattina, mentre andavo a lavoro - vi rendete conto che il mio cervello inizia a lavorare già dalle sei? Inconcepibile, devo porre rimedio.
    Comunque, voglio analizzare insieme a voi la differenza tra le parole difficile e impossibile; voglio provare ad aiutare persone che, come me, troppo spesso si ritrovano a confondere i due vocaboli e arrendersi con estrema facilità, privandosi così delle cose più belle che la vita ci può offrire.

    diffìcile agg. [dal lat. difficĭlis, comp. di dis-1 e facĭlis «facile»]. – 1. a. Non facile, che richiede quindi sforzo, fatica, attenzione, abilità: da farea direa ottenereimpresa d.; lavoro da eseguire o di desecuzioneun’operazione (chirurgica) d.; lingua dda imparareargomento da trattarsi; pieno di difficoltà, di disagi: la vita diventa sempre più d.; rendere la vita da qualcunoavere il respiro d., faticoso. Nell’alpinismo, scalata d., molto d., straordinariamente d., estremamente d., rispettivamente di 3°, 4°, 5° e 6° grado. In contrapp. a facile, in alcuni suoi usi recenti, per indicare inettitudine, scarsa disposizione: avere il sorriso d., essere restìo a sorridere. Come predicato, con valore neutro: è davere tutto ciò che si vuoleè assai dconvincerlo; con la negazione, non è d., è probabile, può darsi: non è dche ritorni domani stesso


    È difficile sfidare le proprie insicurezze, avere un faccia a faccia con i propri timori, oltrepassare i limiti e raggiungere obiettivi utopici, ma ciò che li rende impossibili siamo solo ed esclusivamente noi.
    "Noi siamo gli artefici del nostro destino"è forse la classica frase fatta un po' troppo astratta, sono però fermamente convinta che siano le decisioni che prendiamo ogni giorno a dare un percorso preciso alle nostre vite. Anche il gesto più stupido e all'apparenza irrilevante, come può essere scegliere di mangiare un gelato al posto di un piatto sano, influisce sul nostro domani, quindi provate a immaginare quante decisioni determinano il nostro futuro.

    Purtroppo, quando si tratta di dover prendere in mano la situazione e responsabilizzarci, molti di noi - me in primis - si comportano da vigliacchi, preferendo piangersi addosso invece di reagire.
    Non ci piace il nostro fisico e vorremmo essere più toniche e magre? Perfetto! Perché invece di continuare a mangiare male e crogiolarci sul divano, non alziamo le nostre chiappe per fare qualche esercizio e ci rivolgiamo a un dietologo o nutrizionista? Be', ovviamente lamentarsi, leccando l'indice pieno di Nutella è meno faticoso, ma spesso la scusa che troviamo è simile a un "non ho tempo e comunque è tutta questione di costituzione".
    Questo è solo un esempio e vi assicuro che potrei farne altri mille: lavoro, viaggi, corso di studi... ogni singolo desiderio, che non proviamo nemmeno a realizzare, nel nostro cervello farà parte delle cose impossibili, ma sappiate che ci stiamo mentendo spudoratamente.
    Abbiamo la straordinaria capacità di trasformare in impossibile ciò che è difficile perché non disposti al sacrificio, alla fatica, a sforzarci un po' di più per arrivare dove vorremmo... questo atteggiamento, però, non ci porterà lontano.
    Fino a qualche mese fa credevo fosse impossibile andare in palestra: mi sveglio alle sei del mattino per andare a lavoro e la sera non arrivo a casa prima delle 18.30/19 - quando non faccio straordinari; mangiare, cucinare, aiutare in casa, insomma, ci vuole veramente poco ad arrivare alle 22.30/23 e a quel punto è davvero ora di dormire. Eppure con un po' di sforzo, qualche sacrificio e un'abilità di cui non ero a conoscenza, ora vado in palestra due volte a settimana e nel weekend cerco di completare attraverso esercizi di Yoga.
    Tralasciando il discorso economico, perché non tutti possono permettersi di spendere le stesse cifre e purtroppo c'è chi non ha proprio soldi disponibili per questo genere di attività, quello che voglio farvi capire è che possiamo ottenere tantissimo se abbiamo un po' di forza di volontà. Chi dice che per fare palestra ci si debba iscrivere in un centro apposito? Esistono svariati tutorial in rete, perfino delle app, che possono accompagnare il vostro allenamento, dandovi ottimi spunti... senza parlare della corsa, per quella vi bastano delle scarpe e una strada.
    Ma il punto non è l'attività fisica, il punto è: siete sicuri che quella cosa che tanto desiderate sia impossibile e non solo difficile da ottenere? Magari non è possibile in questo preciso momento, ma non significa che sia impossibile.

    Ho trascorso buona parte della mia vita a credere che il destino ce l'abbia con me, che ami farmi soffrire e vedere fallire: tanti sogni distrutti ancora prima di iniziare e collezioni infinite di delusioni, ma posso davvero colpevolizzare altri se non me stessa? No, non più. Ora ho capito che se quel sogno che porto nel cuore da quando ho memoria, è ancora lì chiuso nel cassetto, è colpa mia perché non ho mai lottato davvero per realizzarlo. Mi sono fatta trascinare dalle paure, ho camminato in pianura perché le salite erano più faticose, sono andata dritta verso una strada senza uscita fino a sbattere contro un muro.

    impossìbile agg. [dal lat. tardo impossibĭlis, comp. di in-2 e possibĭlis «possibile»]. – 
    1. 
    a. Che non è possibile, sia in senso assoluto sia in relazione a determinate persone o circostanze (o anche, con uso estens. e iperb., che è cosa assai difficile): iad accaderea farsia dirsia pensarsiimpresasogno ia realizzarsicredereritenere i.; guarigionedifesa i.; ogni ulteriore resistenza era i.; a Dio nulla è i. (e con riferimento enfatico a persona influente, che ottiene con facilità ciò che vuole: a lui, o per luiniente è i.); problema d’isoluzioneè materialmente ifare in tempomi è iaccettareaccontentartiè iandare avanti cosìè umanamente idurare in questa situazione; con la negazione, non è i., ammettendo che una cosa, per quanto difficilmente, possa accadere o abbia qualche probabilità di esito. In matematica, sistema i., locuz. talora usata, impropriam., per sistema (di equazioni) incompatibileFigure i., particolari rappresentazioni prospettiche che risultano da costruzioni geometriche tridimensionali volutamente incongrue e non corrispondenti ad alcun oggetto reale o comunque materialmente costruibile, ma tali da produrre effetti illusorî e paradossali. Nel linguaggio giur., reato i., quando, per la inidoneità dell’azione o per la inesistenza dell’oggetto di essa, non può aver luogo l’evento dannoso o pericoloso che costituisce il reato. Pare i.!, come esclam., a proposito di fatti veri ma che si stenta quasi a credere tali; analogam.: pare iche tu capisca sempre a rovesciosembra iche non ci sia una fontana in tutta la zona. Enfatico il superl. impossibilissimo

    Troppe volte commettiamo l'errore di prendere la strada più facile, rinunciando a qualcosa di difficile perché sicuri che sia impossibile.



    Be', ora prendete i guantoni e combattete per ciò che desiderate... non avete più scuse, ora sapete che è possibile! ❤

    #MotivationalMonday w/ Elisabeth Gilbert

    $
    0
    0



    #MotivanionalMonday rubrica di BTS of my Soul a cadenza settimanale dove, ogni lunedì, verrano postate frasi motivazionali e di ispirazione, accompagnate da un consiglio letterario o cinematografico il più possibile inerente al contesto.


    It's better to live your own destiny imperfectly than to live an imitation of somebody else's life with perfection.
    - Elisabeth Gilbert

    Questa settimana voglio farvi iniziare con la frase di una scrittrice che è rimasta nella classifica dei libri più venduti, stilata dal New York Times, per ben 187 settimane - non so se mi spiego.
    Parliamo di una donna che ha fatto della sua vita una storia ricca di spunti; una donna che, grazie al suo coraggio, ha saputo stravolgere il suo quotidiano ed essere di grande ispirazione, ricordando a tutti che non si deve aver paura di seguire il proprio cuore.

    È meglio vivere il tuo destino imperfettamente che vivere l'imitazione della vita di qualcun altro con perfezione.

    Forse sono proprio le cose più scontate ad essere quelle più difficili, non trovate? In fin dei conti questa frase ci dice semplicemente di vivere la nostra vita, seguendo ciò che amiamo e vogliamo fare... ma quanti di noi lo fanno veramente?
    Naturalmente c'è chi ci riesce, ed ha la mia stima più totale, ma tante altre persone non hanno ancora trovato la forza necessaria per riuscirci e si sono smarrite per le ragioni più disparate.

    Con questo #MotivationalMonday vorrei proprio dare una spinta in più a quelle meravigliose anime che si stanno privando del loro incredibile destino, della loro meravigliosa vita ricca di sorprese e soddisfazioni. Ogni strada conduce a sentieri tortuosi e momenti poco piacevoli, ma non dimenticate mai che meritate di poter sopportare tutto ciò attraverso altrettanti, se non di più, momenti straordinari che vi aiuteranno ad andare avanti.
    Imparate a volervi bene abbastanza, ad amarvi abbastanza da trovare la forza di voler combattere per il vostro futuro... per la vostra felicità.


    MANGIA PREGA AMA

    Ryan Murphy

    TITOLO ORIGINALE: Eat Pray Love
    REGIA: Ryan Murphy
    SCENEGGIATURA: Ryan Murphy, Jennifer Salt
    CASA DI PRODUZIONE: Columbia Pictures, Plan B Entertainment, Red Om Films, Syzygy Productions
    PAESE DI PRODUZIONE: USA
    GENERE: commedia, drammatico, sentimentale
    ANNO: 2010
    DURATA: 133'

    TRAMA:
    Elizabeth Gilbert ha una vita apparentemente perfetta: un solido matrimonio, una bella casa e un buon lavoro. Ma tutto questo sembra non bastarle per essere felice, sente un desiderio interiore di allontanarsi da tutto. Dopo tre anni dal difficile divorzio dal marito Stephen e da una tormentata storia d'amore con David, Elizabeth decide di lasciare tutto, compresa la sua amica Delia, per intraprendere un viaggio intorno al mondo. Tra le tappe, che la donna racconta minuziosamente nel suo diario, soggiorna per quattro mesi in Italia, visitando Roma e Napoli e dove, assieme a Giovanni e a una ragazza svedese, si avvicina ai piaceri del palato della buona cucina italiana ingrassando di dodici chili e godendosi la vita nel dolce far niente. Successivamente fa tappa in India, dove trascorre il suo tempo meditando presso un centro di preghiera e conversando con Richard, un uomo con un divorzio alle spalle causato da una vita sregolata, che le suggerisce di rimanere lì finché non si sarà perdonata la colpa del fallimento del proprio matrimonio. Infine Elizabeth va a Bali, in Indonesia, dove viene aiutata da uno sciamano a guarire la tristezza che ha nel cuore, impara a sorridere ed amare nuovamente, anche grazie a un fortunato incontro-scontro con Felipe col quale, non senza forti resistenze legate alla paura dei rischi di amare ancora, alla fine decide di vivere pienamente una storia d'amore già nata tra i due ma fino ad allora non dichiaratamente accettata.



    Avete letto il libro e/o visto il film? Io ho riguardato il film in questi giorni, non sapevo si trattasse di un'autobiografia... ho prenotato il libro per leggerlo appena possibile. :)
    Vi è piaciuto questo #MotivationalMonday?
    Attendo con ansia i vostri commenti.

    Un abbraccio forte a tutti,
    Jennifer

    Imagine All The People w/ Ethan Holt

    $
    0
    0



    Imagine All The Peopleè una rubrica di BTS of my Soul dove mensilmente racconterò la mia percezione riguardo un personaggio scelto all'interno del meraviglioso mondo dei libri.


    Il personaggio di questo mese è Ethan Holt dal libro Cancella il giorno che mi hai incontrato - Bad Romeo, Leisa Rayven.

    • PRESENTAZIONE: Ho letto questo libro molto tempo fa, mi sembra siano passati due anni, quindi purtroppo non ricordo bene la descrizione del personaggio... ricordo però il carattere del giovane Ethan e di quello più grande e maturo, ma in entrambi i casi aveva il mio cuore totalmente nelle sue mani;

    • INTERPRETE: Ricordo che durante la lettura avevo in mente Douglas Booth. Perché? Troppo facile: avevo visto la versione di Romeo e Giulietta dove anche lui recitava e mi sembrava tutto troppo assurdo... Insomma, Ethan fa l'attore e guarda caso interpreta Romeo nel corso della storia... un Romeo mooolto interessante;





    • CANZONI ABBINATE A DEI MOMENTI IMPORTANTI:

      - I Won't Give Up, Jason Mraz- in scena, nei panni di Romeo e Giulietta;




    - Wherever You Will Go, Charlene Soraia - quando Ethan ha il raffreddore e Cassie va a casa sua per curarlo;


    - Close, Nick Jonas ft. Tove Lo - i momenti più intimi;




      Ethan Holt:



      “Cassie … We’ve never been over. You know it as well as I do. Even when I was halfway around the world and you hated my guts, we weren’t over. You can feel it between us now. And the closer we are, the stronger it gets.”




      Review: Tatiana & Alexander, Paullina Simons

      $
      0
      0

      E dopo le sofferenze de Il cavaliere d'inverno, eccomi di nuovo con questi due tragici innamorati.
      Tatiana e Alexander, due anime perdute che si sono ritrovate l'uno nel cuore dell'altra... una storia d'amore ricca di dolore, sacrifici e scelte difficili...

      Vi anticipo che non ci saranno spoiler durante la recensione.


      TATIANA & ALEXANDER

      Paullina Simons

      TITOLO ORIGINALE: Tatiana and Alexander
      GENERE: romanzo storico, d'amore, di guerra
      PRECEDUTO/SEGUITO DA: Il cavaliere d'inverno, Il giardino d'estate


      TRAMA: 
      La diciottenne Tatiana Métanova dà alla luce suo figlio Anthony Alexander Barrington sulla nave che la sta portando verso la salvezza: L’America, la terra delle opportunità. Si è lasciata alle spalle Leningrado assediata dai nazisti, e un’Unione Sovietica devastata dal conflitto, dalla fame, dal gelo, dalle lotte intestine. E purtroppo anche l’adorato Alexander, suo marito, il giovane ufficiale dell’Armata Rossa di cui si è perdutamente innamorata a prima vista proprio il giorno in cui la Germania ha dichiarato guerra al suo Paese. Alexander che si è sacrificato per consentire a lei e al bambino che porta in grembo di avere un futuro. Tatiana, pur disperata, non può arrendersi. deve resistere per suo figlio. E a New York trova lavoro, amici e la vita che aveva sognato. Ma il suo dolore è inconsolabile, i fantasmi del passato non le danno tregua, la voce di Alexander continua a risuonare nelle lunghe notti insonni. Non può, non deve essere morto. Non può averla abbandonata, glielo aveva promesso… perché il loro amore che ha sconfitto l’inverno e la fame, che ha gridato più forte delle bombe, che come un fiore è sbocciato nella neve e nel gelo, non può finire così…



      In questo libro ho sofferto davvero tanto, forse più che nel primo - per quanto fosse possibile.
      Insomma, Paullina sa come farti perdere il senno e impazzire per una storia d'amore: gioca bene tutte le sue sadiche carte.

      Se ne Il cavaliere d'inverno non sapevo più come fermare i battiti accelerati del mio cuore, in Tatiana & Alexander avevo paura di finire come Elena Gilbert quando ha deciso di spegnere le sue emozioni dopo la morte del fratello.

      Questo secondo capitolo della serie è davvero pesante e non nel senso negativo del termine; Tatiana & Alexander fa notevolmente sentire il suo peso lungo tutte le sue 667 pagine, rendendo a tratti tristi, nostalgici, innamorati, delusi e arrabbiati. Avrete un apporto così grande di sensazioni negative che l'unica cosa che vi farà andare avanti nella lettura - oltre alla straordinaria capacità della scrittrice di catturavi fino in fondo - sarà la speranza che prima o poi arrivi quel momento che tanto state desiderando e aspettando.

      Quello che mi piace molto di questa scrittrice è che riesce a dare spazio a tanti altri personaggi: già nel primo abbiamo conosciuto un vasto numero di persone, più o meno legate ai due protagonisti, e in questo secondo libro non ha smesso di farlo, permettendoci di vedere entrambi relazionarsi con altre persone. È così che si può comprendere maggiormente la caratterizzazione dei due protagonisti, è così che si sceglie cosa può piacere o meno e chi dei due amiamo di più.
      Personalmente ho avuto momenti dove avrei strozzato uno, piuttosto dell'altro, momenti dove avrei strozzato entrambi e momenti dove li amavo e basta... cosa c'è di più reale di questo?

      Devo dire che Tatiana & Alexander l'ho trovato leggermente meno coinvolgente del primo, pur confermando tutti i punti forza elencati nella scorsa recensione, ma credo sia normale perché ciò che rende indimenticabile il primo libro è proprio la magia dell'inizio di un amore - cosa che ovviamente non può esserci in un sequel.

      A questo punto vi lascio con il mio voto finale e aspetto con ansia i vostri pareri, se avete letto la storia... e se per caso non lo aveste ancora fatto, vi invito davvero a rimediare perché è un romanzo che nel bene e nel male riesce ad entrare nel cuore di quasi tutti. ❤

      STUPENDO


      Viewing all 109 articles
      Browse latest View live